Karam Sebastiano Cannarella

Pittore e scultore

Nasce nel 1942 a Portopalo di Capo Passero, piccolo paese della provincia di Siracusa.
In giovane età, decide di abbandonare la Sicilia e nel 1964 dall’accecante sole e dall’immenso azzurro della sua isola natia, si trasferisce a Milano, dove frequenta gli studi artistici presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera.
Nel tempo, due paesi di differente cultura, quale l’Italia la sua terra d’origine e il Marocco d’adozione, s’identificano nell’arte di questo artista, in un territorio privo di confini culturali.
Vive e lavora tra l’Italia e il Marocco.

ANNI ’70

Il percorso pittorico di Karam Sebastiano Cannarella è contrassegnato da un rigoroso equilibrio espressivo in sincronia con una brulicante ricerca elaborandone nel tempo differenti tematiche visive. Con inventiva e armonia metodologica ha condotto, per oltre cinquant’anni, un’originale sperimentazione artistica, contraddistinta da una raffinata ed elegante cifra stilistica, straordinariamente individuale e riconoscibile, indagando il reale nella sua eccezione più materica. L’artista, negli anni, si cimenta affrontando concetti differenti lasciandosi guidare dal proprio istinto seguendone precisi percorsi e tutti, nessun escluso, sono stati trattati e risolti, senza alcuna discriminante applicando per la loro elaborazione le tecniche più varie. Nel tempo, attraverso l’arte indaga il mistero dell’animo umano con la libertà artistica che inserisce in ogni sua opera trasformando le note dello spirito negli universi materici che comunicano con il linguaggio di un’arte internazionale e magica. Nel 1973, a Milano mette in scena la sua “prima personale”, allestita presso la Galleria Missori Arte.

Galleria Le Chesnay Divine Comédie, a cura di Jacques de Dieuleveult, Versailles,-1973

Definito “Poeta dell’arte” ed instancabile “Viaggiatore dei Sogni”, naviga in un mondo fantastico, intraprende numerosi viaggi, spinto dall’insaziabile curiosità di conoscere nuovi popoli, dall’intenso desiderio di visitare nuove terre e scoprire differenti culture, alla continua ricerca di nuove forme d’espressioni visive. Soggiorna a: Zurigo, Parigi, Monaco di Baviera, Egitto e nel Maghreb, luoghi diversi tra loro per storia e per cultura, dove lavora ed espone, suscitando l’interesse da parte dei fruitori e della stampa. A Parigi, Karam Sebastiano Cannarella considerato uno degli artisti più attivi del momento, è promotore e sostenitore dello sviluppo di nuove tematiche espressionistiche intraprese dai predecessori appartenenti al gruppo “Co.Br.A.”. Durante il soggiorno nella capitale francese, presenzia a circoli culturali e artistici, allestisce diverse personali e collabora attivamente con importanti rassegne internazionali.

Galleria Le Chesnay “Divine Comédie”, a cura di Jacques de Dieuleveult, Versailles,-1973

In quel periodo, l’artista discrimina le desuete convenzioni classicistiche a favore di un radicale cambiamento culturale teso a sublimare, a livello artistico, la spontaneità creativa diretta e immediata, l’automatismo grafico e gestuale, lo sfogo incondizionato dell’istinto e della libera enfatizzazione dell’immaginario, manifestandone una “libertà espressiva” tessuta da differenti espressioni artistiche con le quali, nel tempo, concepirà originali idee sviluppando la personale capacità creativa. Raffigura “un’arte naturale e spontanea”, manifestandone un atto liberatorio del proprio inconscio, facendo emergere sulla superficie di ogni singola tela strati pastosi, colori riversati a grumi creando un gioco di contrasti tra il bianco e il nero, dal quale emerge un’immagine che prende forma dalla gestualità incondizionata del pennello. I personali gesti del dipingere nascono da impulsi liberatori intrisi di rabbia che, l’artista esterna mediante l’atto pittorico per avventurarsi verso ciò che non conosce, per verificarne il “dopo” narrato dalla grammatica del suo personale linguaggio visivo. Mette in scena un’arte provocatoria, raffigura spazi e immagini che rivendicavano il diritto al piacere, enfatizzati dalla violenza dettata dal segno grafico, dalla raffigurazione di figure non sempre proporzionate e personalizzate da tratti semplici caratterizzati da una forza impetuosa, esasperata in modo fantastico da colpi di colore e materialità quali elementi costruttivi dell’immagine. Affida il lirismo al segno pittorico, elaborato con naturale sensibilità grazie a un insieme di elementi che, si coniugano in totale e perfetta autonomia creandone uno stile pittorico definito da un effetto di semplicità e innegabile efficacia espressiva in continuo divenire.
Dopo il suo rientro a Milano nel 1976, sperimenta differenti tematiche espressive, caratterizzate per profondità di contenuti e sapienza compositiva. L’artista fa dell’arte un’espressione di vita, condizione di verità e l’atto del dipingere alimenta un’esigenza del tutto personale che viene ad identificarsi nell’elogio dell’opera pittorica. Rappresenta un’arte nutrita e bagnata da un misticismo personale e ne è esempio la sua personale organizzata a Terni, allestita alla Galleria “Murillo” (1976), alla quale, nel tempo si susseguono numerosi altri appuntamenti in Italia e all’estero

Proseguendo con coerente passione nella ricerca espressiva  l’universo pittorico” di Karam Sebastiano Cannarella traspare colmo di “Fantasia” e “Poesia” e le sue opere non solo esprimono personali esplosioni dettate dalla sua sensibilità ma, hanno il pregio di trasmettere emozioni che, coniugano la creatività pittorica con “remote origini”. L’artista, ricercatore di nuove espressioni teso a sublimare sulla tela degli elementi innovativi, recupera nella sua memoria i ricordi di quegli oggetti rappresentati in maniera nitida e statica, oltrepassando il loro aspetto meramente fisico-realistico. Si avvale pertanto di un linguaggio nuovo e a-logico, creando un clima di magia silenziosa, priva di dramma e di azione, ricercando la meraviglia che affiora in ciascuna opera. Crea originali composizioni in cui appare una componente metafisica quasi surreale, in grado di trasmettere un profondo senso di solitudine che l’artista colloca in uno sfondo irreale.

“Esseri – fantasmi”

Artista con occhi educati al ritmo interiore del suo essere dispone sul palcoscenico della tela “manichini”, evidenziando come la prospettiva, che lui stesso dona a questi oggetti, sia in grado di rivelarne l’anima, un proprio linguaggio e lo stile in costante evoluzione. Popola i suoi dipinti di “figure monumentali e plastiche”, simili a manichini che si pongono, all’interno della composizione pittorica, in perfetta e totale autonomia grazie alla loro solida strutturazione, rievocandone il ricordo di sentinelle caratterizzate dai volumi e dagli spazi, componenti che manifestano un’estrema estensione svelandone i toni per cogliere il sentore possessivo del tempo. Sono presenze enigmatiche, che mai potranno manifestare il loro inaccessibile segreto, ma in grado di sconfinare oltre le apparenze dialogando col mistero. A guardia di tanta sapiente tematica, mobili e testimoni del tempo lontano, le aristocratiche figure particolarmente raffinate e garbatamente sensuali, si dissolvono nello spazio con ordine naturale e ritmico, simboleggiando una remota natura, ma nel contempo il ritorno a una forza incontaminata.

Nel 1977, Karam Sebastiano Cannarella vince il concorso indetto dal Comune di Portopalo di Capo Passero per la realizzazione dello stemma medesimo. Progetta un bozzetto seguendo i termini e le regole del linguaggio araldico. Raffigura uno scudo francese moderno (sannitico), seleziona i colori degli smalti, individua i soggetti e il numero di figure da inserire nelle singole partizioni dei campi. Lo scudo ripartito verticalmente in due partizioni di uguali proporzioni di cui, a sua volta uno dei due suddiviso orizzontalmente, include a sinistra l’immagine del faro eretto su una parte del “campo” tinteggiata di blu mentre nella ripartizione superiore predomina il color giallo che, secondo la terminologia araldica, rappresenta la ricchezza, il comando. La destra dello scudo, distinto in due campi delle medesime proporzioni, accoglie nella parte superiore dallo sfondo bianco il sole, stemma appartenente alla famiglia patriarcale Tasca d’Almerita, casato che ha impresso la sua presenza nel paese di Portopalo di Capo Passero quale fonte di vita e di ricchezza. La parte sottostante tinteggiata di rosso, colore che secondo la terminologia araldica rappresenta il valore, l’audacia, la nobiltà ed il dominio, ospita la figura di tre spighe di grano simbolo di ricchezza. Alla sommità dello scuto è raffigurata la Corona Turrita in forma di bastione munito di torri mentre l’intero scudo è contenuto in un ramo di quercia simbolo di forza annodato a un ramo d’alloro emblema di vittoria.

stemma portopalo di capo passero

Lo stemma attualmente sovrasta l’ingresso principale del “Palazzo municipale” – Portopalo di Capo Passero. (Siracusa, Sicilia)

Con cadenza annuale, per diverso tempo, l’artista ritorna ad animare con originali personali ed eventi culturali i caldi mesi estivi del proprio paese natio e in occasione della manifestazione culturale “Agosto Portopalese” presenta una serie di tele dalle fattezze di orologi funzionanti. Il personale lavoro nasce dal desiderio di reinterpretare i ricordi dell’infanzia, quando da bambino resta incanto nel vedere, passeggiando insieme al padre per le vie di Siracusa, un carretto siciliano. Il senso di rotazione della ruota che allo sguardo di un bambino appare grande, pesante, dai colori accesi e dai legni robusti, si trasforma, grazie all’originale creatività dell’artista in un oggetto in grado di ritmare il tempo incessante e inarrestabile.

In questa lirica interpretazione del tempo Cannarella fonde l’arte con l’emozione custodita nei suoi ricordi realizzandone il sogno più tenace, enfatizzandone il suo amore per l’arte coinvolgendo in tal modo l’osservatore ad esplorare nuove ispirazioni artistiche Questi splendidi orologi-quadri di varie forme e dimensioni e dai colori delicatissimi di tonalità pastello grazie a meccanismi della massima precisione, permettono di scandire ogni fase della vita e i singoli nomi con cui sono stati denominati tali opere quali Zagara, Conca d’oro, Ricamo, Granada, Astrolabio, Re Sole, Alchimia, Elisir, Algoritmo, Aida, Rosa damascema, Azimut, confermano che l’artista non ha mai smesso di sognare e l’affiorare del “non pensato” di oggi sarà forse il pensiero di domani, senza tempo.

ANNI ’80

In questo periodo, l’artista si chiude in un lungo e tormentato silenzio, conduce una ricerca in profondità, analizza l’anima e la mente, valori che appartengono ad un “Maestro” dell’arte. Reduce da un periodo di silenziosa operosità, nei primi anni 80 approda ad una nuova tematica, esplora singolari espressività nella tradizione della cultura marocchina e ne crea una personale “figura orientale”. Attraverso forme e colori, tracce e segni, disegni e soggetti, l’artista descrive il Marocco e i marocchini come se si servisse di parole silenziose che attraversando lo sguardo dell’osservatore, raggiungono estemporaneamente la sua sensibilità intellettiva. Nascono le “sue donne del nord del paese” con i loro tipici costumi, “il venditore dell’acqua”, le “sue danzatrici”, “gli uomini sui cavalli” che prendono parte a quella festa tanto nota chiamata “Fantasia”, che caratterizza la purezza della sua espressione artistica

Opere di Karam Cannarella - Opere Marocchine

“Senza titolo”
Olio su tela
60×80 cm. – 1994 Marocco

Gli anni ’80 determinano una significativa svolta nella produzione artistica di Cannarella, il cui interesse viene letteralmente catalizzato dal mondo acquatico creando una serie di opere in cui campeggiano branchi di pesci traslati sulla superficie della tela come esseri umani che affollano ambienti eguagliabili al mare. Dipinge le meraviglie che popolano il mare alla ricerca di una conoscenza, continua espressione diretta con la scoperta degli abissi marini. La natura è rappresentata attraverso un naturalismo raffinato, un turbino fantastico che vede volteggiare branchi di pesci che emergono dalle profondità degli abissi marini raggiungendo la superficie della tela, come elementi caratterizzati da una pressione morbida, carezzevole e vibrante creando incantesimo intriso di silenzi. Le composizioni evocano sensazioni profonde, sono “visioni”, emozioni e ricordi ricchi di una carica cromatica densa, vitale raffigurata in un raffinato gioco di concezione volumetrica e spaziale che sfocia in una fusione “atmosferica”. Cannarella fa riaffiorare riflessioni e stati d’animo che si susseguono sulle superfici delle tele sperimentando un mondo del tutto personale mettendo a nudo la sua sensibilità che si trasforma in una intima riflessione che approda in un mondo di fluttuanti equilibri armonici e sensoriali.

“Arabeschi”
Olio su juta
100×150 cm. – 2015

Si tratta di opere realizzate in due diversi periodi dal quale traspaiono in modo evidente quei sentimenti che evocano sensazioni profonde che l’artista percepisce dentro di sé. Dopo un decennio ritorna a stilemi che hanno caratterizzato il suo passato con la realizzazione di una serie di nuove opere. “Arabeschi marini” proclamando la coerenza con cui l’artista prosegue il proprio percorso artistico. La figura dei pesci diventa pura immagine, unità di misura potenzialmente infinita arricchita da motivi calligrafici. Il risultato visivo è di gradevole bellezza nonostante la caoticità delle forme che si compenetrano in forza di grandi campiture sovrapposte che inondano l’intera scena fluttuando nel colore per inoltrarsi nel profondo degli abissi marini. I pesci dipinti si trasformano in forme stilizzate quasi accentuate nei loro contorni caratterizzati da frenetica e gioiosa serialità cromatica, da una pittura più brillante, quasi porcellanata per quanto i colori riemergono sulle tele vividi, in cui l’accostamento diversificato di cromatismi illuminano e caratterizzano l’intera opera.

Alla fine degli anni ’80 si giunge ad una grande svolta. L’ascolto di affascinanti musicalità arabe, la lettura assidua di opere letterarie e la partecipazione a dibattiti incentrati su tematiche appartenenti al mondo orientale, sollecitano la curiosità dell’artista che, manifesta una passione quasi spasmodica per tutto ciò che appartiene alla cultura araba ed islamica. Con il passare del tempo, la sua attività pittorica si focalizza, nella raffigurazione della medesima cultura quale fonte di ispirazione sempre più affine a sé e al suo modo di essere. Senza rinnegare la sua duplice appartenenza al mondo occidentale e a quello orientale l’arte di Cannarella diventerà dunque uno strumento al servizio della cultura araba con lo scopo di diffonderne contenuti e trasmettere significativi messaggi.

Opere di Karam Cannarella - Corano

Pagina 19 – Versetto 126
Acrilico su legno
97×65 cm. – 1994

Compie una ricerca meticolosa sul Corano, e l’analisi dettagliata delle “scritture” ne accresce l’esigenza di rappresentare le emozioni e le impressioni di volta in volta percepite durante la lettura del testo. Per ben lunghi 8 anni, l’artista si concentra nell’imponente creazione di 1.300 tavole (acrilici su legno delle dimensioni 67×96 cm) raffigurando, per merito di autorizzazioni rilasciate dalle più prestigiose istituzioni musulmane, il Corano. Appare nella sua maestosità un lavoro del tutto originale, senza dubbio un unicum, in quanto non esistono predecessori che abbiano saputo raffigurare in modo categorico e puntuale il Testo Sacro dell’Islam. Cannarella non trasforma le sue opere in lezioni coraniche ma semplicemente produce arte. Per merito dell’approvazione ed autorizzazione rilasciate dalla prestigiosa Accademia Egiziana di Ricerca Islamica Al-Azhar Al-Sharif trascrive su tavole di legno (97×65 cm.) ciascuna pagina del Corano, evidenziando con colore diverso i singoli versetti tradotti in immagine raffigurandone, con acrilici, colle, colori a tempera e bitume, le soggettive emozioni ed impressioni di volta in volta percepite durante la lettura della “Parola divina”.

ANNI ’90

Cannarella alla fine degli anni ’90 riprende la ricerca del tema figurativo dipingendo gli autoritratti della famiglia reale del Marocco. All’epoca di Hassan II, in due anni realizza 37 opere: Hassan II, i principi, le principesse e le nipoti. L’artista dipinge abbandonandosi alla propria immaginazione mettendo in scena un linguaggio visivo del tutto personale creando una danza libera di materia e segni mescolando tra loro cromie accese e segni grafici dotati di una complessa e ricca diversità tra loro dai quali emerge l’elemento figurativo. Gli elementi cromatici trovano una libera diposizione nella tela e tra loro convivono grandi macchie cromatiche attraversate, in alcuni casi, da strisce scure interpretate nel modo più astratto, le quali a loro volta accolgono il soggetto in una pura trasposizione. L’artista cerca di dissolvere il soggetto e poi di farlo riemergere a tratti da una composizione di colori pastosamente applicati sul fondo della tela.

ANNI 2000

In particolar modo, agli inizi del 2000, riesce con estrema naturalezza a spaziare dalla pittura alla scultura e nel tempo, un lavoro in continuo divenire lo conduce a superare la superficie piana del dipinto modellando busti, libri e restituendo nuova vita a strumenti musicali dismessi. Plasmando la resina, senza mai perdere la profonda qualità artistica che lo contraddistingue, ricerca il grado zero della forma amalgamando tra loro il linguaggio pittorico e scultoreo, esaltandone una cifra stilistica del tutto personale e rendendo le sue sculture immediatamente riconoscibili. In ambito scultoreo, modella opere scultore in resina e di diverse dimensioni decorate con la sovrapposizione di colori e elementi calligrafici di straordinaria bellezza trasportati in modo rituale e immutabile per la riuscita tecnica ed emozionale della scultura stessa.

Le sculture di Karam Cannarella

“Totem”
Acrilico su resina
40x35x30 cm – 2007

Plasma in vetroresina una moltitudine di sculture in tartaruga che simboleggiano la saggezza, la pace interiore, di dimensioni diverse e decorate con motivi geometrici e calligrafici, che avvolgono l’intero La sua forza sta nella capacità di raccogliere l’eredità colta di un lessico simbolico che viene da lontano e attratto dalla cultura arabo-musulmana – quella del segno – Cannarella indaga l’intenso rapporto tra arti visive e scritture. Nelle sue opere sottolinea la ricchezza del linguaggio, la disposizione delle forme, l’intreccio di tracce e indici immaginari, mantenendo la quintessenza della loro composizione dinamica e la loro innegabile dimensione culturale. I segni delle lettere che sembrano emergere dal nulla incarnano le linee di forza della bellezza apparente nei suoi segreti invisibili.

Tartaruga
Acrilico su resina
90×40 cm – 2008

Per quanto riguarda le tematiche indagate, in questi anni l’artista si cimenta affrontando problemi sociali, perché da vero artista qual è non rimane certo impassibile a ciò che lo circonda. Ed analizzando la quotidianità mette in scena performance che lo vedono protagonista in virtù del suo impegno instancabile verso tematiche drammatiche sollecitando lo spettatore ad una riflessione più profonda sul reale. Testimonianza del suo impegno sociale e culturale che vive in modo inscindibile tra la realtà e le sue opere, l’artista organizza numerose performance e opere pittoriche mantenendo ben salda la personale “cifra stilistica” per sensibilizzare chiunque a riflettere contro l’indifferenza e la cecità sociale. Secondo l’artista, attraverso la creatività è possibile uscire dagli schemi precostituiti e vedere oltre, progettando e sognando, affinché si possa costruire un presente ed un futuro migliore di quello a cui ci siamo assuefatti o rassegnati. L’artista si fa dunque portavoce, così, di un disagio collettivo e le sue performance dal vivo ci rendono partecipi di un momento creativo che prende vita sotto ai nostri occhi.

Nel corso degli anni ha intrapreso una ricerca basata sulla “poetica del segno”, un linguaggio fondato sulle capacità espressive che si articola attraverso gli insiemi del cromatismo e del rapporto segno-lettera. Il quadro si identifica come un campo di energia vitale e il segno-lettera, rappresentato nei modi più diversi, è impulso, è poesia, è esplosione di ritmi. Egli crea un alfabeto personale, che nasce dal suo sentire, dalla sua esperienza, dalle sue emozioni che, evocandole, cercano altri sentimenti. Il segno, quindi, include sempre qualcosa che si attiene in modo univoco alla sfera più intima dell’artista, ma allo stesso tempo è in grado di trasmettere agli osservatori, all’interno degli spazi di una sorta di narrazione che assume la forma dell’incontro, la parte privata del rito senza imporre un distacco tra soggetto e oggetto.

Opere di Karam Cannarella - Calligrafia

Rosso Bianco Nero” Olio su juta – 150×110 cm. – 2008 Venezia. Padiglione Italiano del Mondo Marocco ’54° Biennale Internazionale d’Arte – 2011

In queste opere si nota che i segni proliferano e si sviluppano all’interno di un campo pulsante di relazioni, di forze visive, di vitalità, elementi dominati da un movimento infinito che fa sì che ogni parte si colleghi alle altre, in un gioco di concatenazioni infinite. Nelle sue opere, le lettere vivono una nuova dimensione, sono singole ma diventano un corpo; mantengono la loro identità ma assumono una nuova ragione formale e una nuova esistenza, rivestendo il loro significato di una nuova luce e affidando loro un’affermazione concettuale nelle forme della loro combinazione e acquistano una vita propria, protagoniste di una nuova forma, in una nuova combinazione. Senza perdere nulla del loro valore simbolico o rappresentativo, diventano il discorso dell’arte, assumono il mistero della loro origine nell’intelletto umano; sono oggetto di attrazione formale e soggetto di pensiero, entrano nell’opera come veicolo visivo di un’idea, con la stessa dignità di un’immagine. sono segni universali, germogli di una nuova comunità di intelletto e sentimento (un idem sentire), abito di una nuova sensibilità spirituale.

È con estrema dedizione che l’artista decodifica un linguaggio classico, sviluppando un iter compositivo personale e riconoscibile, grazie a un’originale impronta tecnica che gli permette di reinterpretare in chiave moderna ciò che appartiene alla Storia dell’Arte. Guardando ai grandi maestri del passato come Caravaggio, Botticelli, Warhol fino alla ritrattistica di personaggi famosi tratti dal mondo dello spettacolo, l’artista si immerge nel modernismo concettuale, riportando in vita qualcosa di eterno e immutabile del passato, dando nuova vita a qualcosa che si presta a essere reinterpretato nella sua integrità. Ogni opera rappresenta un viaggio unico nel tempo, all’interno dell’opera, attraverso i dettagli. Partendo da un punto focale, esalta la forza, il vigore e l’energia della sua essenza e del suo contenuto, elementi che vengono rafforzati e fatti emergere nell’atto creativo. Nei suoi quadri fa rivivere le raffigurazioni della storia dell’arte, le reinterpreta e le rende sostanza viva della propria pittura attraverso l’integrazione con le forme dei simboli o delle opere precedentemente realizzate. Sono opere pittoriche attraverso le quali l’artista realizza una contemporaneità che si materializza quando immagini di opere lontane nel tempo si presentano alla sua mente per dare libera interpretazione a nuove opere in chiave moderna. Ci permette di celebrare e apprezzare ancora di più i grandi maestri, di cogliere e percepire nell’arte anche le più piccole e minime variazioni, quei sottili accenti e venature, che vengono corroborati e fatti risaltare nell’atto creativo.

Opere di Karam Cannarella - Viaggio nell'arte

Gli amanti R. Magritte
Olio su tela
120×100 cm. – 2015

Karam Sebastiano Cannarella ha da tempo ascoltato nel suo essere artista i valori appartenenti alla sua terra d’origine, dove ha vissuto fino alla piena giovinezza e dalla quale non si è mai distaccato. Alchimista emotivo dal chiaro temperamento mediterraneo, si rivolge al passato per riscoprire quel luogo segreto attraverso l’atto della creazione.
“Cantore del paesaggio siciliano, di quella “terra di Sicilia” che ha ispirato decine di artisti nel corso dei secoli, con meticolosa e grande originalità e abilità tecnica nel rappresentare figure e colori mette in scena un racconto fatto di quadri, scavando nel suo intimo una per una, emozioni, sensazioni e amori, regalandoli a chi, soffermandosi davanti alle sue opere, le guarda con mente aperta e cuore sensibile”. Operatore culturale, ritrae la magica bellezza di una terra incantata. Persistente nelle sue opere è il desiderio di immortalare i ricordi e di riscoprire come ogni scorcio di campagna, un angolo azzurro di mare e tradizioni scomparse nel tempo possano evocare la bellezza mai sopita della sua terra riprodotta nei suoi quadri. La sua arte diventa la voce di un’anima sensibile che canta la sua terra e tutto ciò che le appartiene. In ogni sua opera, ricca di sfumature cromatiche e di dettagli, è rappresentata una combinazione di storia culturale e di ricordi del passato, che trasformano la sua fertile immaginazione in opere che sono reali a prima vista. Nella “storia” narrata dall’artista, la punteggiatura è data dai tratti precisi dei protagonisti e la trama si sviluppa attraverso i colori. Colori caldi e freddi ben accostati tra loro e all’arternaza di linee scure che avvolgono i vari protagonisti “raccontano” visioni profonde della realtà siciliana del passato, impreziosendola con accensioni poetiche, trasmettendo un fascino autentico di un vissuto che oggi non esiste più. Egli mette in scena un racconto che prende vita sulla superficie della tela e ci restituisce ad ogni opera l’incipit delle fiabe del “C’era una volta”. Leggendo i racconti figurativi di Cannarella, entriamo in un Realismo In-cantato perché l’artista sa “cantare” ciò che sembra essersi perso nel tempo, pur essendo sempre presente al cuore di chi sa ascoltare e vedere con occhi stupiti nel ritrarre un’atmosfera magica che l’artista riproduce come frutto dei suoi ricordi.

Opere di Karam Cannarella - L'identità dipinta

I pescatori
Olio su tela
70×100 cm. – 2016